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Natale 2020

Desideriamo formularvi i nostri più sinceri auguri, riflettendo insieme sulle parole a cui ci ha recentemente richiamato Papa Francesco:” Io, l’altro, noi”. Questi tre termini diventano gli estremi della mappa per un viaggio verso il presente del nostro cuore e verso il futuro della società di domani. Un richiamo speciale per ciascuno di noi, che vogliamo condividere come fraterno augurio per questo particolare Natale.

Il punto di partenza del percorso siamo noi stessi, la nostra disponibilità, il nostro impegno personale, la nostra generosità ma nella consapevolezza che una «diversa narrazione sociale, politica ed economia» non può essere fatta da singoli militanti isolati.

È necessario promuovere una cultura che non si rinchiuda in un’unica logica dominante, ma sappia andare oltre i confini, coltivando l’ascolto e la condivisione, come elemento qualificante delle nostre identità.

Nell’esercizio dell’incontro matura, infatti, l’autentica conversione delle nostre priorità e del ruolo dell’altro nella nostra vita: non più oggetto di analisi ma compagno di strada con cui spartire il pane del dialogo, della riflessione e delle scelte condivise.  Questo è lo sviluppo umano integrale, una buona notizia da profetizzare e da attuare, perché ci propone di ritrovarci come umanità sulla base del meglio di noi stessi: il sogno di Dio in cui impariamo a farci carico del fratello, e del fratello più vulnerabile.

Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma che impariamo a maturare uno stile di vita in cui sappiamo dire e vivere con gioia il “Noi”. È quindi nuovamente il tempo di riscoprire alcuni princìpi che sono fondamentali alla luce del Vangelo e della nostra Costituzione. Il principio della dignità della persona, del bene comune, della sostenibilità e salvaguardia del creato, la destinazione universale dei beni, la solidarietà, la giustizia, l’equità. Princìpi che esprimono, in modi diversi, le virtù della speranza e dell’amore. Se dunque la pandemia ha evidenziato ancora di più la nostra interdipendenza, per uscirne migliori e più “sani” si deve operare congiuntamente: non è più il tempo del competere ma è giunto il tempo del cooperare.

Ecco quindi il nostro augurio: coltivare sinceramente il desiderio di riflettere e lavorare insieme, tra le diverse istituzioni ed associazioni sociali ed ecclesiali, valorizzando la generosità e l’intelligenza collettiva, perché “sognare da soli è solo un sogno, sognare insieme agli altri è l’inizio della realtà”.

 

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Gli uffici ACLI di Pavia saranno chiusi sabato 5 ottobre